Un giorno lo racconterò. Io, così razionale per certi versi, ancora credo alla magia, al destino, ad una storia già scritta e ad una vita che sembra così dura a volte fino a quando non ci si rende conto di quanto ci stia portando in realtà.
Sophia è sicuramente il mio più grande capolavoro e il mio orgoglio. Colei che ha dato inizio a tutto. Un arcobaleno, e buona parte del mio ossigeno.
Inutile ricordarlo – o forse sì? – io il maschio non lo volevo e nessuno forse sa davvero quante lacrime – stupide lacrime – ho versato. Un maschio? Un’ingiustizia, io che sognavo la sorellina per la mia bambina.
Vorrei (ma non posso e in fondo non voglio) poter parlare a tutte quelle donne che faticano a gestire la delusione, quella delusione tabù di cui non si può parlare, per il sesso del proprio bambino.
Vorrei abbracciarle e dir loro “ti capisco”. Vorrei rassicurarle e for loro che sì, è proprio vero, il loro cuore sarà sul punto di esplodere d’amore. Vorrei dirglielo ma non posso, perché loro, come la ne di allora, non vorranno ascoltarlo.
E allora vorrei dir loro semplicemente di aspettare ed essere grate. Sì sì, grate. Perché quest’esperienza che ricorderanno per sempre lascerà tracce indelebili. Non cicatrici, no, soltanto la profonda consapevolezza che “tutto dovesse andare proprio così”. Per essere doppiamente felice dopo.
Jules è la mia sorpresa. Il fulmine, il temporale, la tempesta, che poi porta il sole più bello che c’è. Jules è la mia coscienza. La mia analisi. La mia seduta dallo psicoterapeuta.
Solo lui ha saputo come farmi indagare su me stessa. Cercare, curiosare, questionare e meravigliare.
A te amore mio che sei il mio maschietto adorato. A te che sei la mia più bella sorpresa. A te che sei la mia più grande scommessa. A te che hai reso chiaro tutto dopo aver fatto un bel po di casino. A te che mi spingi al limite, del male e del bene. A te che mi fai imbestialire e poi sciogliere in un attimo dopo.
A te che quasi mi fai paura. Per quanto ti amo di un amore che fatico a controllare e dominare.
A te che sei monello e che mentre ti sgrido vieni da me e “mamma, un abbraccio?”
A te che forse avevi, hai sempre capito tutto. Hai sempre saputo tutto.
A te che fai tutto a modo tuo, fregandoti di tutto, fregandoti di tutti, a te che parli e rispondi solo quando vuoi tu.
A te che quando sei nato mi hai fatto arrabbiare. A te che anche oggi mi hai fatto imbestialire. A te che anche domani mi riserverai molti più capelli bianchi di quanto io davvero mi meriti.
Tanti auguri doudou (sì. ti chiamerò così anche quando non ne avrò più il diritto)
La foto in copertina ci è stata regalata da un’amica speciale, che è riuscita a fotografare un istante speciale…
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Laura
19 Ottobre 2018che dolcezza!