Per non riuscire a dividermi tra figli e lavoro. Specialmente lavorando da casa, con un computer sempre a portata di mano.
Forse sono stata abituata troppo bene. Sophia si è sempre occupata benissimo anche da sola, mentre lavoravo. Con le bambole, i pastelli, i suoi travestimenti da principessa.
Jules è maschio e soprattutto è il secondo figlio. Quello che all’apparenza “cresce da solo”. Dei due è quello più energico, più capriccioso, più viziato.
E come molti genitori, abbiamo ceduto al metodo facile: tablet, smartphone ecc.
Una soluzione di facilità per tutti. “Va come è li bravo!” dicono i nonni nonostante debbano sorbirsi in loop la vecchia Fattoria ia-ia-oh!!!
Non conto più le volte in cui preso dallo sconforto o dalla frustrazione, ma anche dalla noia perché no, Jules ha lanciato il mio telefono. Il nostro tablet infatti ha il vetro frantumato ormai da mesi.
Ma più i giorni passano e più io sto male. E ho capito perché. Vedere mio figlio sempre più dipendente dagli schermi e dalla tecnologia mi ha fatto soffrire e colpevolizzare non poco. In un attimo ero la madre di un adolescente rimbecillito davanti ad una console In un tratto mi sono vista mamma di un futuro ragazzo solo. Si lo so, mi piace esagerare con scenari apocalittici; però pensiamoci.
Ultimamente gira (di nuovo) un video sui social in cui i bambini parlano di un tema spinoso: il gioco condiviso con i propri genitori. Anche Lego poco fa decise di sospendere ogni pubblicazione sui social durante un lasso di tempo volendo così dare un messaggio chiaro: basta social, basta Facebook o altro Instagram. Basta smartphone in mano: SEDIAMOCI PER TERRA E GIOCHIAMO PER DAVVERO CON I NOSTRI BAMBINI.
Jules ha due anni e mezzo eppure per alcuni versi sembra ancora piccolino. Inutile quindi puntare su giochi complessi ma su attività che possano distogliere l’attenzione dalla nostra “soluzione di facilità”.
Così ho stilato una lista di 10 piccole cose semplici da fare con i bambini.
– Fare una torta. Far mettere loro le mani in pasta. Mescolare, impastare, assaggiare… noi lo abbiamo fatto di recente e entrambi ci siamo divertiti davvero tantissimo.
– Fare un concerto. Con tamburello, maracas, flauto… ma anche cucchiai di legno, coperchi e pentole. Senza freni. Senza inibizioni. Addirittura in piedi sul tavolo, tiè!
– Fare un collage. Con dei materiali di recupero o meglio ancora, con foglie e fiori raccolti durante una passeggiata insieme.
– Ballare liberandosi completamente. Con una playlist kitsch che più kitsch non si può. Girare fino a cadere a terra ridendo tantissimo. Magari la domenica sera, per sfogare tutte le energie del week end, e divertirsi talmente tanto da fare il pieno di energie per la nuova settimana in arrivo.
– Fare una torre di Lego. La più alta che ci sia. Anzi. Creare un quartiere di grattacieli colorati. Per poi cercare di attraversarlo senza fare cadere nulla!
– Fare il bucato. Sì sì davvero. Jules si diverte tantissimo a mettere i panni nella lavatrice e a tirarli poi fuori. Sembra una stupidaggine, invece i bambini amano essere coinvolti anche nelle faccende domestiche. Noi stiamo pure imparando i colori così: “dai amore facciamo delle pile… i bianchi di là, i blu di qua…” (sfruttamento minorile mode on tra 1, 2,…)
– Imparare a riordinare. Lo devo ammettere… questo lo facciamo più per il papà… allergico ai gatti e al disordine. Così, la necessità di riordinare che tanto ci annoiava (io per prima) si è trasformata in un gioco, talvolta anche gioco di squadra (Peppa Pig insegna)
– Uscire a fare la spesa e coinvolgendolo. Andando, per una volta, non nel grande supermercato ma nei piccoli negozi. Salutare il panettiere, il fruttivendolo. Scegliere la carne che si vorrà mangiare, comprare la pasta fresca per la cena e imparare insieme a riconoscere ed apprezzare frutta e verdura…
– Giocare con i colori. Mettere le mani nella pittura e divertirsi con le proprie impronte su grandi fogli bianchi. Giocare fuori con grossi gessetti colorati.
– Fare un bilancio alla sera, dopo la storia della buonanotte, ricordando insieme i più bei momenti della giornata.
Piccole cose che insieme hanno un importante punto in comune: la condivisione.
Perché quella è la chiave: condividere, parlare, insieme con la propria famiglia.
E non importa se per un pomeriggio, un’ora al giorno.
Ai bambini basta poco per essere felici.
Ma anche a noi. Basta solo ricordarsene e prendere, preTEndere il tempo di farlo.
Per info e/o collaborazioni, scrivete a Fulvio Aniello
Per contattarmi personalmente, scrivete a Elise Lefort