Ci pensai su.
Poi Nizza.
Un’altra amica poi: “ci vuole coraggio a pensare a fare figli al giorno d’oggi. Quale mondo potremmo lasciare loro?”
Poi Monaco.
Ieri sera su Facebook: “io sono felice di non aver figli” scrive qualcuno.
Io lo devo ammettere. Sono di natura abbastanza pessimista. E spesso, anche per questioni di scaramanzia, preferisco vedere “il bicchiere mezzo vuoto”.
Sono sempre più ansiosa. Fifona e fatalista.
Sono quella che due giorni fa, mentre lasciava la bambina andare in gita con la nonna a vedere gli orsi, la salutava con una lacrima nell’angolo dell’occhio ripensando a quel bambino sbranato dal coccodrillo a DisneyWorld.
“Non ti allontanare, non ti avvicinare troppo, stai con la nonna, dai la mano, non far nulla di pericoloso…”
Mezz’ora a dispensare consigli e raccomandazioni di ogni genere.
Eppure, nonostante tutto, rimango ancora convinta del volere una famiglia numerosa. Di voler continuare ad ingrandirla questa famiglia. Di volere, per quanto possibile, continuare a fare figli.
In un “mondo così”
Perché se il mondo attuale non sembra offrire spiragli di speranza, il futuro invece sta nelle nostre mani e in quelle dei nostri figli.
Non arrendersi e resistere.
Credere in un mondo migliore e costruirlo insieme.
Credere nel bene che vince sempre sul male. Sul lieto fine. Non perdere la speranza e accompagnarla di messaggi positivi.
Ricolorare il mondo e puntare sul “bello“.
Scrivere la parola AMORE e coniugarla al futuro.
Quindi sì, è giusto mettere al mondo figli. In un mondo così.
Anzi. È quasi doveroso.
Facciamo in modo di ripopolare il mondo di persone per bene. Cresciute nell’amore e nel rispetto del prossimo..
Cerchiamo di combattere. Con le nostre armi. Quelle chiamate speranza, rispetto, gentilezza e amore. E crediamoci. Insieme.
Per info e/o collaborazioni, scrivete a Fulvio Aniello
Per contattarmi personalmente, scrivete a Elise Lefort