Ah ah. Sì lo so. Fa quasi ridere parlare del “sonno di papà“. Su “quello di mamma” invece ci sarebbero un paio di cose da dire.
Sul cosleeping, o ancora bed-sharing, mi sono espressa più e più volte.
Per me è no, no e ancora no. Questo per vari motivi:
– Sicurezza. Un incidente arriva sempre troppo velocemente, improvvisamente e no, non capita “sempre agli altri”. Dormendo con i propri figli, significa anche rischiare (consapevolmente) che succeda quel che non dovrebbe mai succedere. Tra cadute e soffocamenti.
– Comfort. Ma dai veramente volete dirmi che si sta comodi a dormire con i bambini? L’ho fatto anch’io eh. Non starò qui a fare da moralista. E di quelle notti, più che baci e abbracci, ricordo calci nei reni, un sonno in bilico, e una bimba caduta tra il letto e il comodino, incastrata a testa in giù. (Sì lo so… ora come ora fa tanto ridere. Sul momento, anche no).
– Intimità. Il letto matrimoniale dovrebbe essere il rifugio della coppia. Il luogo dove ogni tanto, quanto meno di notte, ci si ritrova in due, senza dover fare spazio a doudou ed unicorni vari, senza rigurgitini qua e là, senza ciucci da ritrovare tra le coperte alle 4 di mattino, senza…. (no vabbé la lista è fin troppo lunga).
Con Petit Frère tutto ciò è sempre stato molto più complicato. Come ho già spiegato, causa cesareo, ho prediletto la comodità per quanto potessi, e dovendolo allattare (molto spesso) ho scelto di tenerlo accanto a me.
Rinunciando così a notti serene e al sonno riparatore.
Poi è giunto il momento di dire basta.
Perché è giusto. Per noi. Per me. Per lui. Per sua sorella anche. Lei infatti chiedeva di poter dormire con lui nella cameretta.
Ansia. Un respiro profondo. E poi la soluzione.
Il migliore aiuto per una mamma in preda all’ansia e le preoccupazioni? il device Smart Baby Monitor UGrow di Philips Avent.
Piccolo e discreto, si adatta a ogni ambiente (può essere posato sul comodino oppure appeso al muro); ma soprattutto ad ogni mamma e alle sue esigenze.
Collegandolo in modo sicuro, veloce e facile al proprio smartphone (se ce l’ho fatta io posso assicurarvi che sia alla portata di tutti), si potrà così monitorare il bambino sempre e dovunque. Anche fuori casa. Un dettaglio fantastico perché permette di potere anche dare un occhio al proprio figlio mentre lo si lascia con altri, che siano i nonni oppure una baby sitter.
Noi abbiamo tentato l’esperimento con Petit Frère. Sì… è stato difficile.
A questo punto aprirei e chiuderei una parentesi. Credo si faccia presto a dire questo sia collegato al carattere del bambino. Credo che in realtà molto dipenda anche dai genitori. Io, per partito preso, perché è maschio, perché è il secondo, per i sensi di colpa che ne so, ho sempre detto fosse più “complicato” della sorella maggiore. In parte sarà anche vero. Sicuramente però, con Poussinou ero molto più decisa e intransingente.
Pazienza. Siamo mamme mica robot.
Torniamo a noi e all’esperimento.
Ho iniziato con un caffé. Un caffè da sola, in santa pace, senza neonato indemoniato tra le braccia, una tetta al vento e il terrore di bruciarlo con il caffè bollente.
Petit Frère? In camera sua, nel suo lettino. A tranquillizzarlo, una dolce melodia fatta partire da me in diretta dalla cucina, grazie al mio smartphone collegato al device. Se la musica non basta, si potrà anche calmare bebé a distanza, parlando con lui tramite il baby monitor.
Mi sono poi spinta più in là, andando a sbrigare alcune facende qua e là per la casa. E se il bimbo piange? UGrow (la mia tata preferita, anche un filo bacchettona) mi avvisa subito, con un messaggio tempestivo.
Ultimo dettaglio che a me è servito tanto: le notifiche su temperatura e umidità. In cameretta, ahimé abbiamo problemi di infiltrazioni e umidità. Una vera seccatura. Quando l’ambiente diventerà troppo umido per bebè riceverete un avviso. Per quanto mi riguarda mi è stato di grande aiuto.
Smart UGrow Baby Monitor permette di monitorare il bambino su smartphone e tablet e consente fino a 10 account. Così da poter permettere anche al papà direttamente dall’ufficio, ma anche ai nonni, di vedere il piccolo… e pure di scattare lui qualche foto a distanza!
E ora di notte, avremo una sicurezza in più, la possibilità di sorvegliare, calmare e tranquillizzare Petit Frère questo anche direttamente dal lettone. Da lettone a lettino.
Mi sembra quasi un sogno.
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Auria
14 Aprile 2016Ça marche vraiment?
J’aime pas trop l’idée de surveiller bébé mais pourquoi pas transformer sa vie en realTv pour les gds-parents en France
elise
15 Aprile 2016Franchement oui! Je trouve ça assez sympa en plus. Par contre c’est hyper sensible. Au moindre “ouin” la App t’envoie un message 😀
L’image est super… et c’est sympa oui pour les grands parents! Un peu grande fratello je l’admet… mais bon… ils n’ont pas encore l’age de se rebeller 😀