Non ho mai amato certe ricorrenze. La Festa della donna e il tripudio di fotomontaggi, foto di dubbio gusto e mimose che invadono senza volerlo il rullino fotografico dell’iPhone ancora meno. Non si dovrebbe aver bisogno di una giornata per celebrare la donna. Non dovrebbe neppure esserci bisogno di dire “la festa della donna è tutti i giorni”.
Dovrebbe essere normale. Dovrebbe.
Io quest’anno però mi sento investita di un doppio compito. Insegnare a mia figlia cosa vuol dire essere donna, e spiegarlo sopratutto a mio figlio. Il mondo, si sa, ha un disperato bisogno di uomini ferrati in materia. Cosa piuttosto rara.
A te, Poussinou:
Un giorno sarai anche tu una donna. Ma non una donna qualsiasi. Sarai una Donna con la D maiuscola. Quella donna che avrai scelto TU di essere.
Sarai una mamma o non, una moglie, una single. Una eterna fidanzata, uno spirito libero. Sarai una donna in carriera. Sarai una casalinga. Sarai una che ama cucinare, una fedele cliente del take-away. Sarai estrosa, o riservata. Sarai una da tacco 12 oppure da sneakers. Sarai una total black, o un’esplosione di colori. Sarai quella che terrà unita la casa, oppure quella che viaggerà troppo per lavoro. Sarai quella minigonna e décolleté oppure jeans e t-shirt. Sarai un maschiaccio o una femminuccia, oppure nessuno dei due perché oramai queste parole credi possano ancora aver un senso?
Io ti auguro di essere la Donna che vorrai essere Tu. E ti auguro di esserlo con tutte le tue forze.
Ti auguro di essere indipendente. In ogni tua scelta. Independente nel profondo.
E di non accettare di essere guidata da nessuno, se non dal tuo istinto.
A te, Petit frère:
Sei nato in una famiglia prevalentemente di donne. Da una mamma, che da sempre si sente “mamma di femmine”. Che tutto ciò possa esserti utile, a conoscerci, a conoscerle meglio.
Figlio mio le donne sono semplici e sono complicate allo stesso tempo. Hanno voglia del gelato, ehm no di una cioccolata calda, ehm no di una fetta di torta, ehm boh. Tutto normale. Vogliono essere protette e lasciate libere. Apri loro sempre la porta, paga il conto se mai ti fa piacere, e lascia fare a loro qualche volta. Sii galante ma non soffocante.
Non ricoprire loro di regali ma piuttosto di attenzioni.
Non dare loro fiducia. Fidati a prescindere.
Impara a cucinare così come imparerai a cambiare una ruota. Si, è importante tu sappia fare entrambi.
Impara a sedurre loro. No non con un fiore, né con un regalo e neppure con un invito a cena. Ma essendo te stesso.
Abbi rispetto. Per tua madre, tua nonna, tua sorella, tua figlia. Per la vicina, la cassiera, la maestra, la dirigente della tua azienda e l’operatrice del call center.
Per la donna che guida e che ti troverai davanti al semaforo.
Per quella che guiderà assieme a te la tua vita.
Le donne sono complicate e sono semplici allo stesso modo. Tutto dipende da come vorrai guardare loro.
Ph: Giacomo Rozzo
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