Oggi festeggio l’inizio della 38esima settimana. La festeggio con qualche contrazioni in più rispetto al solito, alle quali decido di non dare peso visto le false illlusioni dei giorni scorsi.
La festeggio anche con una piccola nuova rubrica giornaliera battezzata “Aspettando Petit Frère“, hashtag già molto gettonato sul mio account Instagram. Rubrica count-down che avrà come missione quella di presentare ogni giorno un prodotto dedicato al futuro nascituro.
Io chiaramente spero che la rubrica venga sospesa a breve causa sbarco del piccolino… Ma non mi sembra nei suoi piani.
Oggi vorrei parlarvi della scelta del passeggino. “Ma un passeggino ce l’hai già!” mi direte voi. Cosa che mi han detto in tanti. Sì, è vero. Sceglierei lo stesso però oggi? Non so.
In primis perché stufa di dover pensare “unisex” per un eventuale secondo (alla prima gravidanza, felicissima di mettere al mondo una bimba avevo già deciso che poi, comunque, pure la seconda sarebbe stata femmina!!! Ah sì sì…) ho scelto un colore certo neutro, ma con tanti pois. Il che in sé non era neppure prettamente femminile. Ma non sprizzava certo di virilità (per quanto possa essere “virile” un neonato…)
Lo ammetto, ho scelto un po’ incosciamente, senza nessuna esperienza in merito, affidandomi al rapporto qualità prezzo, a quello che mi diceva il commesso (come se gli uomini poi fossero così ferrati in materia di passeggini…) e soprattutto in base a gusto e estetica.
Oggi non voglio mica sputare nel piatto dove ho mangiato, ci mancherebbe. Ma al secondo figlio, ogni mamma sa quello che vuole, ma soprattutto quello che non vuole più.
Grandezza e comodità. Una navicella che possa essere abbastanza capiente per una maggiore comodità del neonato, ma abbastanza contenuta da poter entrare facilmente nella maggior parte degli ascensori (eh già… questa è una di quelle cose alla quale non si pensa sempre inizialmente).
Leggerezza. Mah sì, tanto uno vale l’altro… basta non sia pesantissimo. No. Non è vero. Il passeggino, la carrozzina, devono essere manneggevoli e leggeri. Sì, so che “tanto vanno sulle ruote” ma capiterà (spesso) il momento in cui dovrete sollevarlo per salire o scendere uno o più gradini (con bimbo “on board”), per entrare in un negozio o semplicemente per portarlo una volta chiuso.
Ingombro. La maggior parte del tempo io lo lasciavo aperto, è vero. Ma arriverà il momento in cui sarete ospiti da amici, i cui viaggerete, dovrete farlo entrare nel baule, sarete in albergo… continuo? L’ingombro del passeggino una volta chiuso è fondamentale.
Le ruote. “Signora, queste vanno benissimo, tanto lei abita in città!“. Invece no. Sapete cosa vuol dire non riuscire a gestire un marciapiede, un dislivello della strada, un terreno leggermente ostile??? La prima cosa che ho guardato per il secondo passeggino sono state le ruote posteriori. Il livello superiore? Quattro ruote equipaggiate con le sospensioni per non disturbare il sonno del piccolino (e quindi l’annessa serenità di mamma) ad ogni piccolo ostacolo per strada.
L’altezza della culla e della seduta. Stupidamente, inizialmente non ci davo molta importanza. Anzi. Guardando quei passeggini con seduta molto alta li trovavo addirittura un po’ bruttini. Poi sono diventata mamma. Ho dovuto fare i conti con passeggino e smog. Con bimba che interagiva sempre più e problemi di altezza rispetto ad un qualsiasi tavolo al ristorante, ma anche per un semplice caffè al bar. E soprattutto…. Ho dovuto far i conti con la mia schiena. La posizione alta della culla e della seduta è FONDAMENTALE.
Questi sono gli aspetti da non sottovalutare secondo me nella scelta del passeggino. Per accogliere Petit Frère ci siamo quindi rimessi alla ricerca del modello perfetto, che potesse sposare stile e comodità, design e funzionalità.
Abbiamo scelto Joolz. In particolare, il passeggino Joolz Geo, che per tutte le sue caratteristiche ha vinto il reddot design award best of the best 2015.
Lo abbiamo scelto comodamente, seduti sul divano. Infatti il sito dell’azienda permette di scegliere il proprio passeggino seguendo i proprio gusti dal modello al rivestimento, dalle ruote ai colori.
Per Petit Frère, il modello Joolz Geo Tailor nella versione Tailor, che permette un’ulteriore personalizzazione del modello.
Qui un’anteprima della nostra scelta. Prossimamente vi svelerò di più sulla personalizzazione del passeggino!
Io e Petit Frère vi aspettiamo qui! (se manchiamo a l’appello sarà per un dolce, dolcissimo contrattempo!)
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mari
13 Ottobre 2015Bellissimo questo passeggino. Dalla tua descrizione sembra davvero funzionale…poi ci dirai. io non l’ho mai provato 🙂
http://emiliasalentoeffettomoda.com/concorso-stokkeonthego/
grazie