Se ci penso ancora oggi faccio fatica a crederci. Sembra che fosse solo ieri, quando compravo astucci e quaderni nei grandi centri commerciali vicino a casa del nonno. Perché sì, la preparazione al rientro a scuola è un rituale, una tradizione. Un modo dolce di lasciarsi alle spalle le vacanze. Quendo ero bambina, l’unica mia consolazione nel finire le vacanze al mare sarebbe stata la giornata di shopping dedicata alla scuola. E anche l’acquisto di una semplice matita (purché rosa) poteva rivelarsi elettrizzante. C’era poi la “suddivisione dei beni” tra noi sorelle. Quella penna è tua, quel quaderno viola è mio, tu hai quello rosso? Prendo quello giallo. Il sistemare tutto con cura facendo una pila perfetta con quei quaderni ancora limpidi e ordinati. Gli stessi che poi più tardi avremmo lanciato via, in barba alla solita crisi anti-compiti.
Poi veniva la parte migliore: il culmine dell’organizzazione del back to school. La scelta del look per il primo giorno di scuola. Un look che si doveva essere perfetto e impeccabile, curato nei minimi dettagli. Perché sarebbe stato con quello che avremmo poi fatto la foto di rito, zaino in spalla davanti all’ingresso di casa.
Sembrerebbe semplice ma non lo è affatto. Una nuova organizzazione davanti con la gestione dei temutissimi compiti che dovrò far fare a Sophia, in una lingua che non è la mia, nonché con un tragitto verso la scuola in autobus (uno school bus all’americana per la precisione, il ché ci sta gasando parecchio, soprattutto Sophia che ora fa la gradassa… ma ne riparleremo quando suonerà poi la sveglia al mattino…)
La cosa che molto sinceramente faccio già fatica a gestire è la velocità con la quale oggi i bambini crescono. Alla stessa età di Sophia io sognavo principesse, gonne a ruota e fiocchetti. Da un lato per lei è lo stesso. Ma noto però una sorte di avvicinamento più rapido ad una preadolescenza che avrei preferito più lontana. Quando leggevo di amiche che parlavano di questa benedetta preadolescenza a sei anni, ridevo dietro ai baffi pensando che esagerassero. E invece… Senza ombra di dubbio oggi i nostri figli diventano “grandi” prima del previsto. Hanno esigenze sempre più precise e marcate e anche in fatto di abbigliamento potremmo dover affrontare delle battaglie quotidiane molto prima di quanto lo immaginassimo.
Finalmente per noi oggi si gira una pagina e si chiude un capitolo vestimentario. Ricorderete forse quando dovetti fare i conti con “signora eviti le gonne e i vestiti. Meglio far venire i bambini in tuta, è più pratico e comodo”. Ricordo ancora il mio disappunto, il bancomat ancora caldo dopo l’acquisto di un favoloso tutù con i pompons. Chiuso il capitolo “materna” finalmente oggi potremo godere di più libertà in fatto di abbigliamento. Ciao ciao tuta, bentornati abiti e gonne.
Conosco molte mamme che dicono di mandare i figli a scuola con “abiti di battaglia” perché tanto si “devono sporcare”. Io non sono daccordo e penso che crescere e acquisire autonomia passi anche per il prendere cura dei propri vestiti oltre che del proprio materiale scolastico per esempio (mi vedo già a settembre a contare i pastelli…) Per quello se comodità ci deve essere perché i bambini trascorrono la maggior parte della loro giornata a scuola e devono essere al proprio agio, non escludo neanche i “vestiti belli” che in ogni caso prima o poi dovranno pure essere indossati no? I bambini crescono… prima o poi saranno piccoli: usiamoli!
Per il suo primissimo giorno di scuola, io e Sophia abbiamo scelto (di comune accordo oltrettutto) un abito di cotone comodissimo, grigio con gonna metallizzata di color rame. Un contrasto forte, sia nei colori che nei materiali. Il compromesso PERFETTO tra il look comodo e quello più sfizioso. Un abito 2 in 1 al quale viene abbinata una felpa grigia con disegno metallizzato in tinta con la gonna.
I nostri leggings di battaglia con le ginocchia consumate? Al macero! Rimpiazzati con un modello in velluto elasticizzato. Comodo e stiloso, da indossare con un paio di low boots oppure delle sneaker. Sophia ha scelto di abbinarlo con una t-shirt grigia a maniche lunghe con il famosissimo occhio tra le stampe star di Kenzo, rivisitato in chiave invernale con cappellino di lana e treccia.
Tocco finale: un beanie da ragazza grande unisex che un domani andrà al fratellino.
Per un grande Poussinou che inizierà il viaggio alla scuola primaria, un piccolo Doudou farà i suoi primi passi alla scuola materna, davanti agli occhi colmi di lacrime della mamma. Eppure le sue future maestre che mi conoscono bene per avere accudito Sophia per ben tre anni mi avevano già preparata: “allora signora, glielo facciamo crescere questo bimbo?”
Un’altra mamma si sarebbe potuta sentire offesa, io invece non posso che sorridere ed annuire. Jules è stato viziato e coccolato all’ennesima potenza ed è ora di lasciarlo crescere e diventare bambino in tutto e per tutto, lasciandomi il mio bebè alle spalle. Sarà dura, ma allo stesso tempo stimolante, soddisfacente e bellissimo.
Va beh. Quanto meno all’inizio. Poi immagino già le maestre chiamarmi in disparte per aggiornarmi sul comportamento del mio bel biondino boccoloso…
Per lui la tuta potrà aspettare un pochino. Se dobbiamo farlo crescere, facciamolo per bene! Jules farà quindi il suo ingresso a scuola con un jeans slim grigio scuro, abbinato ad una t-shirt con stampa all-over.
I look sono pronti e sono firmati Kenzo Kids, la cartella pure (sì anche quella di Jules dove potrà portare i suoi tre mila doudou) e noi… ehm… loro sì, sono prontissimi. Io un po’ meno ma credo che mi ricrederò non appena avrò messo piede in una casa ordinatissima e silenziosa.
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