Io mangio di tutto (più o meno) ma ho un grande difetto, un limite: odio assaggiare. L’incognito mi spaventa, a tavola come nella vita.
Lui si lancia, si butta. “Assaggiando” anche le pseudo briciole che popolano il suolo della nostra sala da pranzo, specialmente sotto il seggiolone. Non curandosi chiaramente del fatto che potrebbero datare di qualche giorno (sì lo so, non passo di certo l’aspirapolvere tutti i giorni, difficilmente mi verrà proposto una collaborazione con un marchio di elettrodomestici per la pulizia ma sapete una cosa? Va bene così. Credo di poter sopravvivere anche a questo).
Sophia non assaggia. Mangia tanto. Pastasciutta e bistecchina. Pastina e omelette. Pesto e pesce. Punto. Una bambina piuttosto abitudinaria che ha aspettato i 4 anni suonati per provare ad assaggiare la Nutella. Non con me, ovvio che se te lo dice la mamma che gusto c’è?
Jules mangia poco. Ma assaggia. Assaggia di tutto. Il gelato alla vaniglia a pochi mesi. La pizza. Gli spaghetti allo scoglio. Il pecorino. Le stelline adesive per i lavoretti di Natale. Carte dei My Little Pony. Stickers di Frozen. Schegge di plastica dopo il lancio di giocattoli.
Oggetti non identificati.
Questa sera più che mai mi sono pentita eccome di non aver mai veramente partecipato ad un corso di disostruzione pediatrica.
Credo che ogni genitore dovrebbe metterlo in cima alla to do list più importante. Per poi scriversi i gesti fondamentali e incollarli al frigo.
Ovviamente tutto è bene quel che finisce bene; se no non sarei qui.
Ma con i bambini piccoli basta un secondo. Un solo secondo.
Basta un assaggio.
Per info e/o collaborazioni, scrivete a Fulvio Aniello
Per contattarmi personalmente, scrivete a Elise Lefort