Un’atmosfera romantica, un momento per noi.
Si. Come no.
Appena scattata la foto ho preso i due calici e li ho portati in salotto. Lui guardava la partita. Io i bambini.
Ho preso la candela e l’ho posata sul bancone della cucina. Ho rimessi i fiori al loro posto (sempre il bancone della benedetta cucina; quello studiato per ospitare i nostri aperitivi e chiacchiere mentre si cucina ma che in realtà è destinato ad ospitare le mie borse).
Due pezzi di salame su quel tagliere sono andati immediatamente a ruba. Se li è magnati Sophia. Ora i genitori vegani inorridiranno. Quelli salutisti pure. Lei era parecchia soddisfatta. E a dire il vero pure io. Meglio nel suo pancino che sui miei glutei.
Il formaggio è stato mangiato in fretta. Questo per evitare che Jules continuasse a giocarci come se fosse il didò.
I calici di vino, dopo il brindisi di rito sono stati bevuti un po’ sul divano un po’ in giro. Lui da una parte io dall’altra.
Finiti davanti ad una pizza, ordinata al volo.
Se questo era quanto immaginavo quando anni fa pensavo ai miei futuri sabati sera? Nì.
Se mi spiace? No.
Il bello dei social network e del proliferare dei blog è che nel bene e nel male tutto possano “dire la loro“. Questo però sicuramente non sempre è proprio utile e benefico ai più.
E riguardo alla “famiglia sul web” si osservano delle tendenze.
Ci sono stati i primi mommy blog accompagnati poi dalle community. Ci sono state belle immagini di donne felici col pancione.
Poi è arrivata la moda delle “bad moms“. Quella delle mamme imperfette che rivendicavano il loro NON essere convenzionali.
Poi sono arrivate le famiglie bio. Salutiste.
Ora sempre più sui social si fanno spazio quelle che “la coppia per prima”.
Famigliole felici che fanno ombra al a mulino Bianco pur mangiando esclusivamente biscotti vegan fatti in casa.
Se son belli? Si. Se son veri? Probabilmente si. Fino a quando però non cercano di imporre un loro modello di vita edulcorato puntando il dito su chi non ci riesce perché non s’impegna.
Basterebbe anche semplicemente accettarlo.
Per quanto mi riguarda ho sempre amato uscire. Faccio un lavoro per il quale mi capita spesso di dover partecipare ad eventi. Spesso serali. Mi è sempre piaciuto.
Ma ora come ora apprezzo anche di più una serata nel caldo di casa mia, con la mia famiglia.
Lui è un papà a tutti gli effetti. Non un “mammo”. Un papà.
Anche perché un figlio si fa in due e occuparsi dei figli non deve per questo sempre essere attribuito alla mamma. Ecco perché per me non esistono “mammi”. Ma “papà”.
Se Lui cambia i pannolini? Sì.
Se dà il bagnetto ai bambini? Sì.
Se sta con loro da solo? Sì.
Se gioca con loro? Sì.
Se mi lascia libera di assentarmi anche più di un giorno? No.
Se mi aiuta molto in casa? Nì.
Lui fa molto, certo. Ma è quello che “la spesa da solo? No, non ci riesco“.
Anche se quello comporta il fatto di portarci dietro tutti quanti.
Anche se questo comporta il fatto che io comprerò un sacco di cavolate.
Lui non cucina. Piuttosto ordina a domicilio.
Però fa i piatti.
Nonostante tutto io e Lui abbiamo trovato un nostro equilibrio. O meglio lo stiamo ritrovando. Ricreando. Dopo la nascita di Petit Frère.
Leggendo storie di altre mamme e le loro esperienze sui social sono molte le volte in cui mi interrogo. E in cui mi incavolo, pure.
Credo non ci sia la ricetta perfetta e perciò nessuno può erigersi in “esempio da seguire”. Penso che ci sia anche chi ci prova facendo fatica. Penso che ogni perso a è diversa così come ogni famiglia. Credo che ognuno abbia il proprio concetto di felicità.
E credo soprattutto che sia ora di smettere di puntare (ancora) il dito contro le mamme.
Chi “tralascia” il papà. Chi non lo coinvolge, chi lo coinvolge troppo. Chi non se ne cura più. Chi non si cura più.
I figli non sono delle mamme.
È importante prendersi cura dell’altro, chiunque esso sia.
Nulla è perfetto e spesso non è oro tutto ciò che luccica. Ma non per questo non funziona.
Se voglio di più? A volte si.
Se queste imperfezioni potessero portarmi un giorno ad una separazione? Mai dire mai ma non credo. A me basta una candela, due calici di vino e una lista di cose da fare per preparare Natale e mi torna la magia.
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Per info e/o collaborazioni, scrivete a Fulvio Aniello
Per contattarmi personalmente, scrivete a Elise Lefort
Eco formiche
8 Novembre 2016Penso, come te, che non esista la coppia modello, quella che si può erigere a esempio per gli altri.
Ognuna ha le sue esigenze, le sue regole e necessità.
Io per esempio ho bisogno almeno una volta ogni 2 settimane, di uscire con mio marito e altri amici e anche per lui è importante, ci aiuta a rilassarci e a staccare un po’, magari per altri non è così importante.
Per la figura del papà penso che sia come quella della mamma: ognuno ha i suoi limiti e i suoi punti di forza ma l’impegno genitoriale deve essere lo stesso.
elise
10 Novembre 2016Sono d’accordo con te! Noi lo abbiamo sempre fatto, prima che nascesse il fratellino. Ora come ora lui dipende ancora molto (troppo) di me ed è quindi più dura. Ma bisogna anche cogliere il positivo di questo. Passa talmente in fretta…
Manuela
14 Novembre 2016Bellissimo post. Come la tua, anche la mia è una famiglia comune, non riusciamo ad essere salutisti costanti e qualche volta mio marito mi chiede: “cosa direbbero gli altri se vedessero la nana che ruba la maionese dal piatto?” Per non parlare della prima esperienza, sempre della nana, al ristorante cinese! Una coppia alle nostre spalle ha detto “abbiamo fatto mangiare la piccola a casa”,mentre la nostra chiedeva a gran voce altri involtini primavera! Posso anche dire che mio marito è un ottimo socio, sa anche cucinare e lo ringrazio per quelle sere che arriva a casa prima di me e traffica su google cercando la ricetta per un buon piatto di pasta!
elise
15 Novembre 2016L’importante è quello! Lavorare di squadra! Poi … nessuno è perfetto così come nessuna coppia o famiglia. E scommetto che anche chi si erige in modello da seguire in fin dei conti non lo è poi così tanto! Per i bambini, guarda io soprattutto col secondo ho smesso di farmi certe menate… e anche noi abbiamo già provato il ristorante cinese 😀
Mammachestorie
17 Novembre 2016Ma che bello, questo post!
elise
18 Novembre 2016Grazie mille