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Parto cesareo: un tabù?

  • 5 Luglio 2016
  • By elise
  • 6 Comments
Parto cesareo: un tabù?

Questo è un post che ho in bozza da mesi. Scritto e cancellato, riscritto e abbandonato. Perché non sono mai sicura fino in fondo di doverlo pubblicarlo. E a pensarci bene non lo sono nemmeno ora.

Vero. Questa cosa del cesareo mi preme. Mi turba. Mi ossessiona a volte. Ma sopratutto mi interessa.
In verità il primo post si intitolava “il cesareo fa schifo“. Perché sì, secondo il mio vissuto, fa proprio schifo.

Ma quello che mi turba ancora di più, ma molto più dell’espressione “sorriso sulla pancia” che trovo orrenda (che sei, un clown? La nuova testimonial Activia?) è questa specie di guerra tra donne.
Perché si… siamo alle solite. Nel 2016 ancora le donne non hanno imparato a sostenersi.

Siamo un popolo con certi ideali. Un popolo che può pagarsi il lusso di sognare una vita sempre migliore, una condizione migliore. Un paese che tutto sommato lotta per i suoi diritti. Per l’uguaglianza. Specialmente tra i due sessi.

Siamo un paese che applaudisce Robin Wright se esige di essere pagata quanto Kevin Spacey ma grida allo scandalo se una donna si lamenta di un corpo segnato dal cesareo.

Questa la verità.

È ciò che mi spiace sempre più, è che questa piccola guerra mette contro donne che hanno subito la stessa cosa. Nel bene o nel male.

Perchè una cosa l’ho notata. Non si tratta e probabilmente non si è mai trattato di una specie di lotta tra quelle del parto naturale, e quelle del cesareo. Oltrettutto, sarebbe anche assurdo.

Credo che nessuna mamma che ebbe la fortuna di partorire naturalmente darebbe della mamma di serie B ad una  neo mamma con cesareo. Mi chiedo allora perché queste ultime lo vivano come un tabù.

Guai a lamentarti!

 

Nel 2016 poco importa se dovrai convivere con una cicatrice lunga sulla pancia. Poco importa se questa contribuirà a creare quella gobba fastidiosa che farà si che la pancia non sarà piatta come prima. Poco importa se proverete un fastidio anche un filo doloroso ad ogni cambiamento meteorologico. Avete un figlio tra le braccia e questa meravigliosa creatura vi dovrà far dimenticare tutto il resto perché è quello che conta. Perché prima di essere donna oramai siete mamma.

Io non sono d’accordo.

Io vorrei potere sfiorarmi la pancia senza fastidio. Vorrei continuare ad indossare tutto l’intimo di cui ho voglia senza preoccuparmi dell’elastico.
Vorrei aver sentito mio figlio nascere da me. Vorrei averlo avuto subito sul petto. Vorrei aver provato le stesse sensazioni di quelle vissute con la nascita di sua sorella.

Invece ho pianto ogni giorno per settimane pensando a quel momento.

Non mi vergogno a dire che avrei gradito ricevere allora un sostegno psicologico.
Non mi vergogno a dire che questa cicatrice la odio. Il sorriso sulla pancia avrei preferito disegnarmelo.
Non mi vergogno a dire “ il cesareo fa schifo

E a tutte quelle donne che pur avendo anche loro subito un cesareo mi criticano perché “è il risultato che conta“, “che sarà mai, ora sei mamma io resto non ha importanza” “c’è di peggio non devi lamentarti” “chi se ne frega del fisico quando si è compiuto il miracolo della vita” io rispondo che invece, mi lamento eccome. Anzi. Chiedo, pretendo il sacrosanto diritto di lamentarmi.

Come già detto più e più volte, lungi da me la voglia di denigrare il  cesareo di per sé. Perché in teoria, ma ormai il più delle volte, se viene praticato è soltanto perché serve. Molte volte anzi, è una vera e propria salvezza.

Ma rimango convinta che rimanga un intervento doloroso, più psicologicamente che fisicamente (anche se…)

Facciamo finta che siete su un aereo per le Maldive e che tutto il viaggio sia stato turbolente e insostenibile.
Scommettiamo che non appena arrivati sentirete il bisogno di lamentarvi? Ecco. Un po’  come se tutti rispondessero: non ti lamentare, sei comunque alle Maldive!

 

Ho deciso di pubblicare questo post, scritto e riscritto mille volte, dopo aver letta la testimonianza di Una Mamma Green che ieri postava: “Accettare il cesareo: come ci sono riuscita“.

Questo post mi ha fatto un gran bene. Una riflessione che sento ovviamente anche molto mia. Come sento mio quel sentimento speciale che lega mamma e figlio. Un legame “extra-uterino” molto intenso, che cerco di prolungare a lungo e  custodire gelosamente. Come se “ci fosse mancato qualcosa”. Come se non fossi riuscita a dare lui abbastanza. Anch’io ho prolungato, prolungo e prolungherò l’allattamento fino a quando lo vorrà. Ogni tanto mi chiedo se faccio “giusto”. Se non esagero.

Non importa. Diamo tempo al tempo.

Prendiamoci tutto il nostro tempo.

 

By elise, 5 Luglio 2016
  • 6
6 Comments
  • Calzino
    5 Luglio 2016

    Non ricordo se ti avessi già passato questo link su facebook…
    http://unapiccolacosa.blogspot.it/2013/11/il-trauma-di-calzino.html

    Sono anche io nel club dei “sorrisi sulla pancia”.

    Io mi sono fatta aiutare, talmente bene che per il secondo parto ho scelto consapevolmente un altro cesareo. Mai avrei sopportato una seconda sconfitta.

    Sono stata male, malissimo, talmente male da rischiare da perdere il controllo, sono seria eh.

    Adesso ai miei parti cesarei voglio un sacco di bene.

    E sai cosa? Mi sento una mamma speciale.

    Mi sento speciale perchè credo di aver sofferto tanto, di aver spinto mille volte, non con il bacino ma con il cuore… eccome… tantissimo.

    Sorriso o non sorriso, quella cicatrice mi ricorda che ho fatto fatica. E che sono comuunque una mamma fighissima.

    Un abbraccio
    Calzino

    • elise
      5 Luglio 2016

      Caspita… mi sa che io e te abbiamo quindi un sacco di cose in comune 🙂
      Grazie mille (ora mi leggo il tuo link). Il fatto è che sono stufa di leggere di polemiche su chi non riesce ad accettare il cesareo, o semplicemente, chi si lascia andare ad una lamentela. Io non credo e non ho m ai pensato (anche prima di provarlo) che il cesareo facesse di una donna, una mamma di serie B. Anzi. E oggi, chiaramente ne sono convinta anch’io.
      Ma anche se in fin dei conti è “un parto come un altro” perché le sensazioni e il risultato sono sempre gli stessi, penso sia un’esperienza che, se non vissuta nel modo giusto, rischia di destabilizzarti alla grande.
      Io ci credo che tu abbia sofferto tanto. E se ne avessi avuto il coraggio, mi sarei fatta aiutare anch’io.
      Nel mio caso, come già spiegato, il fatto che fosse stata solo “sfiga” (niente peri colo solo l’unica via d’uscita dato che mio figlio si divertiva a star di traverso 😀 ) l’ho vissuto molto male.

  • Ale
    1 Agosto 2016

    Io forse sono un po’ anomala in tutto questo, leggendo l’articolo non nego che si sono susseguite in me un sacco di emozioni negative. Perché il mio cesareo l’ho amato tanto, amo il mio sorriso sulla pancia (anche se ammetto, é la prima volta che sento questa espressione) e guai se un giorno pian pianino dovesse scomparire. Perché amo tutto questo? Perché non ho un bimbo tra le braccia, questo maledetto/benedetto cesareo ha salvato la vita a me, ma non al mio bimbo. Lui non ce l’ha fatta, e questo taglio é il segno fisico e tangente che lui c’è stato, c’è stato per nove mesi, c’è stato nella mia pancia e nel mio cuore. Ed era vero. Perché purtroppo tanta gente lo cancella dopo un po’, un figlio “mai nato” e quindi mai esistito. Per questo amo il mio taglio. Anche se dopo mi sono sentita come dici tu una “mamma di serie b” , perché non ho passato quello che tantissime mamme definiscono un’esperienza fantastica, quella del parto naturale. Mi sono sentita cosi per tanto tempo e un po’ mi ci sento ancora ora (sono passati quattro anni), nonostante tra pochi giorni dovrò affrontare un nuovo cesareo per accogliere la mia bimba arcobaleno. Tra tutto, sai cosa mi fa più male? Il fatto che taglino la stessa cicatrice…non sarà più la stessa, cambierà, io che l’ho amata tanto…non sarà più come prima, e mi fa male, é come tagliare via il ricordo del mio primo figlio.
    Certo, ognuno é libero di pensare qualsiasi cosa, forse sarei stata infastidita anche io in altre circostanze da questa cicatrice, perché anche io tenevo molto al mio corpo, prima.
    Ma volevo solo lasciare una testimonianza diversa, forse “scomoda” ai più, di chi ha vissuto “l’altro lato del cesareo” .
    Anche se devo ringraziarti perché mi hai fatto scoprire l’espressione “sorriso sulla pancia” che tu odi tanto, ma che io credo farò mia 😉
    Un abbraccio

    • elise
      2 Agosto 2016

      Carissima Alessandra… Che dire… Dopo questa tua testimonianza mi sento piccola piccola piccola. Ti ringrazio perché forse ogni tanto bisogna rendersi conto della fortuna che si ha. Io non rinnego del tutto le mie parole perché ammetto che l’ho vissuto male. Leggendoti invece mi sono venuti i brividi per quanta saggezza, maturità e grandezza tu faccia prova. Un’esperienza come la tua credo segni una vita intera. E non solo per la cicatrice. Ma mi limito a dire “credo” perché appunto nessuno non è possibile capire ciò che si prova se non lo si vive.
      Ti vorrei mandare un sacco di sorrisi e un abbraccio gigante per questa nuova nascita. E sai, ti capisco pienamente per la cicatrice che “non sarà come prima” ma prova a pr dare che in realtà sarà testimonianza di tutta la tua storia. Un sorriso con tante sfumature.
      Ti faccio tanti auguri. E se mai avrai voglia, fammi sapere come è andata e se state bene.
      Un abbraccio!

      • Ale
        2 Agosto 2016

        Bello il sorriso con tante sfumature 🙂 proverò a vederla così! Accetto volentieri l’abbraccio e ricambio, e presto ti darò buone notizie!! 🙂

        • elise
          2 Agosto 2016

          Grazie di cuore!!! Goditi questa fine gravidanza e prenditi cura di te. Intanto ti ringrazio perché anche grazie a te mi sono promessa di vedere con un altro occhio questa cicatrice. Grazie ancora e in bocca al lupo per la nascita della tua bambina arcobaleno ❤️

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