Il baby shower, usanza anglosassone, ha come scopo di riempire di regali una futura mamma, e prepararla a ciò che la aspetta una volta nato il bambino. Un modo simpatico di vivere l’attesa e di condividere momenti di gioia con le amiche.
Quando mi è stato proposto non ho ci ho pensato due volte. Durante la mia prima gravidanza il baby shower non era ancora “di moda” e temevo che pochi lo avrebbero capito. E per lo stesso motivo non ne ho organizzato alcuno per Petit Frère.
Ma meglio tardi che mai no? A Milano, sabato 7 maggio è stato organizzato un Baby Shower Party dedicato alle mamme in attesa e alle neo mamme con bambini fino a sei mesi.
Con un Petit Frère sotto il braccio sono arrivata, curiosa, impaziente e pronta a dare consigli, dall’alto della mia esperienza di mamma bis. D’altronde bisogna ammetterlo. Siamo così noi mamme. Non vediamo l’ora di dispensare consigli. “Per farlo dormire faccio così”, “Per farlo star tranquillo faccio cosà”, “ha le coliche? Dagli questo”, “il ciuccio? Prova questo”
Che noia che siamo.
Tra un biscottino e l’altro (sì, una delle cose migliori dei Baby Shower sono i biscottini a tema baby…) mi sono però soffermata ad ascoltare i consigli di una Dottoressa sul tema del Bonding. No, non fatevi spaventare dalla parola. Per Bonding si intende favorire il legame madre-figlio con il contatto, con l’allattamento ovvio, ma anche con tutta una serie di piccoli e importanti rituali quali per esempio il massaggio dopo il bagnetto. Un legame che va creato, fin dalla gravidanza, parlando con il bambino, accarezzando la pancia e facendo intervenire anche gli altri membri della famiglia perché no.
Un tema da approfondire, o quanto meno che mi prometto di approfondire più in là. Sono di natura timida e piuttosto riservata. Ed è vero: non sono mai riuscita a “parlare con il pancione”.
Ma torniamo a noi mamme.
Le mamme amano raccontare il proprio parto. Sì, davvero. Poco importa se sia stato idillico o tremendo. Poco importa se lunghissimo o lampo. E io non mi distinguo dalla massa. Quando ho conosciuto l’ostetrica presente all’evento ho iniziato a sommergerla di domande, trovando in lei la persona giusta per lamentarmi del cesareo (lamentarmi del cesareo ultimamente è uno dei miei passatempo favoriti).
“… e così, sai, tutto si è concluso con il dormire in tre, insomma sai, con il piccolo nel lettone”
Sguardo interdetto dell’ostetrica.
“… eh lo so… ma figurati, è temporaneo eh (credici…)! Sai, io anzi, sono quella pro-Estivill! Mia figlia non appena dimessa dall’ospedale ha dormito in camera sua fin da subito!”
Sguardo perplesso dell’ostetrica.
A questo punto credo avesse da scegliere tra due strade: scappare, o affrontare il discorso.
E niente, mi si è aperto un mondo.
Come giustamente sostengo da sempre (della serie fate quello che dico, non quello che faccio) dormire con il proprio bambino, soprattutto se neonato, nel proprio letto è fin troppo pericoloso.
I rischi sono vari e oltre al classico “ho paura di schiacciarlo” arriva al primo posto la SIDS ossia sindrome della morte improvvisa del neonato.
Tra le cause maggiori, infatti, si trova, mi confida l’ostetrica, il surriscaldamento del bambino, cosa molto probabile se il piccolo dorme in mezzo ai due genitori. Aggiungeteci pure qualche coperta, e il rischio aumenta.
Trasferirlo ASAP in camera sua?
Nemmeno questa è una soluzione, continua. Il trasferimento del bambino nella sua cameretta lo porterà inevitabilmente a dormire di più, con un sonno più profondo.
La Pacchia direte voi (sì lo so, anch’io dicevo così…)! Invece non lo è. Dormendo profondamente, il corpo del neonato potrebbe non “reagire” ad alcuni segnali che indurrebbero un pericolo.
La soluzione migliore in assoluto è quindi la culla posizionata vicino al letto di mamma e papà.
CO-SLEEPING: SI
BED-SHARING: NO
Ho tentato un’ultima giustificazione, incolpando il cesareo, il dolore, e l’allattamento notturno.
Così mi è stata consigliata, sempre dall’ostetrica, la culla Next2Me di Chicco. Comodissima e pratica, si aggancia facilmente e saldamente al letto dei genitori in modo sicuro al 100%. Grazie ad un’altezza regolabile in 6 posizioni diverse è adattabile a tutti i tipi di letto, persino quelli con cassettone.
La base è inclinabile, per far dormire più comodamente il bambino in caso per esempio di raffreddore. Sembrerà un dettaglio, ma avendo un bambino soggetto a problemi respiratori e reduce da tre bronchioliti vi assicuro che non lo è eccome.
Riagganciando la spondina removibile, Next2Me diventerà una culla a sé, e potrà anche essere spostata facilmente durante il giorno grazie alle comode rotelline.
Infine super easy da montare e piegare, sarà persino l’alleato migliore delle vostre trasferte e week end fuori città!
Non a caso si è aggiudicata diversi premi internazionali come miglior prodotto: LovedbyParents 2014, Baby&Pregnancy Awards 2014, Baby Product Award 2014, Junior Design Award 2014 and Best Baby & Toddler Gear 2014.
Niente, ci serve.
Abbiamo un disperato bisogno di Next2Me!
Chi l’avrebbe mai detto che Chicco mi avrebbe fatto cambiare parere sul co-sleeping!
Il Baby Shower? Serve! Eccome se serve! Persino al “secondo giro”.
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