Io lo so com’è il “profumo di mamma“. Ma si può dire che ce ne sia uno solo? O quanto meno uno solo per ogni mamma?
Oggi, avvolgendomi nel nostro foulard Le Pezze pensavo ad una cosa. Quale odore, o meglio profumo avrei lasciato ai miei figli?
Se penso al profumo, ad un mio profumo, mi viene da elencare tutti quelli “storici” che mi hanno accompagnato dall’infanzia a questa parte. Sì perché nella nostra famiglia “il profumo” è una cosa seria. Da bambina, io (come le mie sorelle) “usavo” il profumo Tartine et Chocolat (più che un profumo vero e proprio una delicata eau de toilette adatta ai bimbi piccoli) ribattezzato da mia mamma e mia nonna il “suivez moi jeune homme” ossia “mi segua fanciullo“. Sì a sedurre il maschio alfa ci si veniva istruite da piccole. Mamme moderne femministe vi vedo già in allerta. Si fa per dire eh. Si scherza. Calmine!
A 12 anni mi innamorai di “Oui-Non” di Kookai. Chissà che fine avrà fatto?
Da alternare con il profumo di Naf Naf che a me piaceva soprattutto per il bracciale regalato con sagome di maialini (della mia EX passione per i maialini vi parlerò forse un giorno… O forse anche no!). Il dramma è stato quando il suddetto bracciale si è rotto per poi finire nero/verde/coloreindefinito e pseudo bagnato/apiccicoso/umido in attesa di essere riparato, ma poi buttato (o forse no… dovrei cercare nella mia “scatola dei ricordi” magari c’è ancora da qualche parte… Sì… sono una grande sentimentale in fondo… in fondo).
Dai 15 ai 20 ho giurato fedeltà eterna a Lolita Lempicka. Ricordo che lo indossava la mia prof di inglese. Io, allora a scuola piuttosto scarsina in inglese, adoravo quell’ora soltanto perché mi rilassava quel profumo. L’ho adottato, e tutt’ora è uno dei profumi che amo di più. Almeno fino a quando non ho deciso di esagerare con profumo estivo, nuova versione Midnight super concentrata, profumo roll on, bagnodoccia e olio corpo e cappelli. E mobbasta.
Poi da lì ho sperimentato. Sperimentato anche perché inutile negarlo: lavorando come fashion e beauty editor, di profumi da testare ne ho ricevuti tanti. Ad alcuni mi sono affezionata, al altri meno. Ovvio. Tra quelli che mi hanno spesso accompagnati, Platinum di La Prairie, Dolce & Gabbana The One, Miss Dior Chérie, Acqua di Gioia di Giorgio Armani e l’ultimo in data che rimane tutt’ora il mio favorito in assoluto: Elie Saab Le Parfum. Un vero viaggio in un giardino libanese tra fiori d’arancio e gelsomino.
Ma per me il profumo di mamma è un altro. Per me è quello di mia mamma. Coco Chanel. Il profumo che usava mentre eravamo bambine. Si sentiva ovunque. In bagno, in sala, in ascensore. Sui giubbotti, anche i nostri. Era l’ultimo profumo annusato prima di addormentarci, e quello che si sentiva spesso già al mattino. Quello che al mattino significava che lei fosse già uscita per la passeggiata dei cagnolini, e tornata con tanto di baguette, croissants et pains au chocolat. Era un profumo che ti rimaneva sulla bocca, tra i capelli e ovunque per casa. Anzì. Era casa.
Ma non era solo quello. Era un misto. Un misto di Coco Chanel, di rossetto, di crema, di pelle e di mamma.
E’ quello il “profumo di mamma“. Ed è proprio questo mix che lo rende unico e speciale. Unico per ogni mamma. Unico per ogni bambino.
A qualunque età sia.
Io ricordo ancora quando sono partita per trascorrere alcuni mesi negli USA. Tra i mille bagagli, l’unica cosa che sia riuscita a farmi superare il “trauma della partenza” fu una sciarpa di mia mamma, con il suo profumo.
Ed è con questa filosofia che è nato il marchio, ma prima ancora il concetto, Le Pezze.
La Pezza è un grande foulard double face profilato di pompons sui due lati. La sua particolarità? Quella di essere indossata dalla mamma per poi passare alle braccia o alla culla di bebè dopo essersi impregnata del profumo. Un modo speciale e dolcissimo di rassicurare il piccolo, facendolo sentire vicino alla sua mamma.
Molto più di un semplice accessorio, la Pezza passa da foulard a copertina, da sciarpa a doudou, oggetto transizionale.
Quando l’ho provata per la prima volta, ero un po’ scettica, lo ammetto. Petit Frère, tra una bronchiolite e l’altra, faceva particolarmente fatica ad addormentarsi e tranquillizzarsi, se non solo ed esclusivamente tra le mie braccia.
E poi ho provato. Dopo averla indossata per buona parte del giorno, ho poggiato la Pezza su di lui, non appena ho sentito che fosse stanco. Lui l’ha afferrata, l’ha annusata. Se l’è portata al viso e ha giocato con i pompons. Per poi addormentarsi da solo.
Incredibile ma vero. Vero tutto vero.
Ironizzando su Instagram, avevo allora giurato al marchio fedeltà eterna in caso di vittoria (cosa che non ho manco mai giurato a nessuno… nemmeno a Lui!)
Promessa mantenuta! Con immenso piacere aggiungerei. Sì perché oltre alla funzionalità quasi magica del prodotto, tengo a sottolineare che ciò che contraddistingue Le Pezze è una qualità estrema. Tessuti stupendi lavorati alla perfezione, per un risultato curati nei minimi dettagli.
Noi l’abbiamo adottata e adorata.
Un solo problema però… Con il mio “torare in pista”, dovendomi assentare qualche volta per lavoro lasciando il piccolo Jules dai nonni, la separazione è piuttosto dura, e questa volta sono io a dovere essere rassicurata.
Spero che Petit Frère non me ne voglia… questa volta, la Pezza, gliel’ho rubata!
In fin dei conti aveva ragione mia mamma: “oh ma che bella, e poi funziona! mi sa che te ne serv irebbero due!”
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