In un anno ne sono successe di cose. Poco fa, Vanity Fair consigliava alle trentenni fresche fresche di candela di fare il punto, il bilancio… Naaaaa io non sono daccordo. Quando compi trent’anni sei completamente rincoglionita sopraffatta dagli eventi. Altroché bilancio (il mio di bilancio si è fatto con un mal di testa pazzesco e nausea post festeggiamenti se capite cosa intendo… Insomma, un anno dopo, sì che si avranno le idee più chiare.
Le #trentenni hanno una marcia in più. Non solo un decade. Cioè a trent’anni sei più abilitato a sentire, ascoltare e consigliare anche riguardo a cose pazzesche, il tutto stando più distaccato. “Cioè lui ti ha mollato e due mesi dopo annunciava il matrimonio con Tizia, pure incinta???” Eh vabbè… che sarà mai. Il matrimonio con pancione poi no dai… é così superato… così anni 2000…”
Le #trentenni si dividono in due categorie. Le trentenni single, quelle che possono ancora pagarsi il lusso di qualche avventura mica seria, MA con la testa e la mente dei 30 anni (e scusate se è poco). Quelle che girano i migliori club e sanno dove portarti al volo a bere il miglior mojito “in da city“. Che hanno sempre aneddoti pazzeschi da raccontare e che ci fanno fare un tuffo ogni tanto, nella nostra vita pre-nani, a noi, trentenni figli munite.
Ecco quindi la seconda categoria: le trentenni mamme. Mamme alle prime armi o con qualche annata d’esperienza. Le mamme trentenni riescono a palleggiare tra la mammitudine e tutto il resto, perché dopottutto, anche se oramai il loro quotidiano è riempito di biberon, spannolinamento e inserimento all’asilo, sono sempre quelle capaci di impazzire davanti alla capsule collection di Barbie per Tezenis… per dire…
A trent’anni più uno devo dire che ci arrivo piuttosto serena.
Mi sveglio sempre prima al mattino ( che sia la vecchiaia???) ma tanto meglio. Riesco a fare (quasi) il doppio delle cose di prima, e sono psicologicamente pronta ad accogliere #petitfrère (poppate notturne? Niente paura!)
Il primo capello bianco? Ancora non pervenuto. Grazie al cielo.
Riesco a controllare meglio la mia ipersensibilità (vabbè tranne davanti a La Sirenetta) e questo, credetemi, è un bene immenso.
Il fisico sembra ancora reggere (per quanto ci sia da reggere eh…. tanto se il reggiseno non aveva questo gran da fare prima, non lo ha nemmeno ora… che sarà mai…) e la dieta da gravida diabetica infine non è stata poi così male. (%##$£**datemiunacheesecakeoraesubitoconunacandelinasopra%&?!”£%****##?%&!!!!!)
Riesco ancora ad andare a letto senza aver messo la crema viso e il contorno occhi, quasi (QUASI) senza sentirmi in colpa.
Ho scoperto che far la maglia è una cosa fighissima, un antistress potentissimo e sì, mi porto il “lavoro” pure sul pullman e la metro senza sentirmi minimamente sfigata.
Ho deciso di smettere di credere alle cagate dicerie cosmiche, astrologiche e chi più ne ha più ne metta. Bensì mancano una ventina di giorni, a leggere tutte queste cose sulla super luna di stanotte un po’ ci ho sperato, lo ammetto. Sarebbe pure stato fighissimo. Un figlio nato lo stesso giorno mio. Ieri sera lui, evidentemente indeciso e dubitativo sul da farsi si girava e rigirava “nel suo letto” creando onde tormentate e potente sotto alla mia pelle. Ma nada. Uffa.
Arrivo quindi a 30 + 1 anni con 1,9 figli. Cioè roba che la Danimarca mi darebbe un premio ora e subito.
Arrivo a 30 + 1 anni felice, soddisfatta e piena di progetti. Pensando al futuro, a tante novità sul fronte del lavoro, al mio Poussinou che cresce e pian pianino prende il volo (cioè ora non vuole nemmeno più essere aiutata per spogliarsi… “Ma Maaaaman…sono una bimba GLANDE io!!!!”… snif…), ad una nuova vita che sta per arrivare e stravolgere il nostro quotidiano, insomma alla famiglia che si allarga, pensando che quella è solo la seconda e NON ultima tappa.
Se i 31 anni sono tempi di bilanci, tutto sommato ce la caviamo piuttosto bene.
Ah… torta per diabetici ne abbiamo? No eh?
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