Succede sempre più o meno così:
– Al mattino la sveglia suona in anticipo di mezz’ora rispetto al solito orario canonico perché: oggi-voglio-lavarmi-i-capelli-e-farmi-una-super-piega (anzi voglio proprio fare morire d’invidia le testimonial L’Oréal Elvive giusto perché io valgo) – voglio-bermi-un-succo-di-limone-a-digiuno-appena-sveglia (perché rende l’incarnato luminoso e più bello) – fare-una-colazione-equilibrata-con-muesli-organico-latte-di-soia-rigorosamente-senza-OGM-un’-arancia-per le-vitamine-e-un-bel-mega-caffè-gigante-per-rimanere-sveglia-fino-a-sera.
E invece la sveglia suona si… Per quello suona eccome. Mi giro. Urto qualcosa. Ops. Qualcuno.
Ah ecco è Poussinou, atterrata verso le 4.32 circa nel lettone parentale. Ok. Mente locale fatta ora studio una strategia per scivolare dal letto senza trambusto, uscire dalla stanza evitando quel maledetto 34 cm quadrati di parquet che scricchiola appena lo sfiori e svignarmela per il mio programma mattutino incluso aggiornamento dei vari social e qualche pezzo da scrivere.
Parto con il punto 1 quando la piccola peste si gira, e poi si gira di nuovo. Sussulto, lamento, aaaah ecco. Usiamo le (non) tette della mamma come cuscino, oooook ci siamo. Possiamo continuare a ronfare. Vabbè. Facciamo che la sveglia la sposto tra mezz’ora. Poi shampoo secco Sephora, la colazione invece al bar.
– Oggi cosa metto? Magari quella minigonna in macramé abbinato ad una camicia in denim e la collana di stoffa e cristalli che ci sta così bene… Calze a pois, la mia nuova Longchamp Le Pliage Cuir e décolletées con plateau oppure quelle derbies stringate? Mascara Baby-doll di Saint Laurent, un pizzico di Benetint su labbra e guance e via!
E invece il mio orsetto in letargo se la ronfa ancora in camera nostra. Entro, nel buio afferro le prime cose che trovo, un paio di jeans. Ok. Una t-shirt abitualmente nel reparto “abiti da ginnastica (quale?) / pulizie (muahah) / giornate scazzo a casa” e un maglioncino quasi pulito. A sto punto per completare quel fantastico look, un paio di sneakers e un bel “mavaffff” stampato sulla fronte.
– Pranzo. E qui si tocca un’altro dei grandissimi obbiettivi delle mie prossime, diciamo 20 settimane: la dieta. Già quest’anno voglio essere pronta per la prova bikini e magari aderire al tremendo trend del “bikini bridge” su Instagram. Quindi. Insalata e petto di pollo. Alla griglia. Punto. Due litri d’acqua. E via.
Oooh oggi fanno la cotoletta alla milanese con patatine fritte? Ok me ne dia una. A sto punto anche una fetta di quella torta pere e cioccolato grazie.
– Pomeriggio post-lavoro senza ombra di appuntamento. Bene vado da Poussinou e me la porto al parchetto con l’altalena. Questa volta e d’ora in poi voglio distinguermi in quanto mamma super organizzata e invidiabile. Quindi. Borsa con salviettine, bottigliette d’acqua, acqua spray brumisateur per pulizie express e granuli Arnica per eventuali cadute perché-siamo-mamme-green-e-omeopatia-addicted.
Appena arrivate il dramma. Quattro altalene occupate. Mi dirigo bella determinata verso quelle in fondo occupate da bimbi così grandi da avere i piedi che a momenti scavano una buca sotto il sedile. Niente. Guardo con insistenza la mamma mentre tra un sorriso e l’altro spiego: “eh amore dobbiamo aspettare il nostro turno per l’altalena. Magari tra un attimo questi bambini GRANDI ci lasciano il posto per un po’ dato che questa è l’altalena dedicata ai bimbi PICCOLI mentre quella per i più GRANDI di la’è persino LIBERA!”. Sguardo nero della mamma mentre porta via i suoi figli dall’altalena. Ho vinto il premio come Miglior Mamma Acida del parchetto. Evvai. Tempo trascorso sull’altalena: 1.57 minuti. In effetti dopo aver vinto la battaglia che gusto c’era a continuare? E se piuttosto andassimo a rubare il pallone a quel bimbo grande? Detto fatto con tanto di bimbo che accorgendosene arriva correndo e preoccupato. Si sa no che le bimbe di 21 mesi sanno come nessuno fare sparire in meno di 30 secondi un pallone da calcio. – litigio – Capriccio di Poussinou con tanto di caduta a terra. La afferro, la porto con me pronta a sfoggiare il mio invidiabile kit da giardinetti. Niente. Ho sbagliato borsa.
– Acquisti sani. Ormai ho deciso per un ritmo di vita più sano iniziando dall’alimentazione. Dopo aver comprato il libro di ricette della cucina Etica opto per un’insalata mista un po’ rivisitata e più ricca. Do un’occhiate a quelle preparate. “Mmh si mi dia questa qui che sembra buona” – “signora (eeehhhh? A chi oh??!!) questo è un minestrone mica un’insalata.
Prima di scappare a gambe levate per la vergogna do un occhiata agli ingredienti del libro. Almeno per Poussinou. Allora … Seitan, Tofu, Tempeh…( Eh?). Vabbè ti va tesoro una bella pasta al ragù stasera?
Torno a casa. Un bel ritardo di un ora e mezza sulla tabella di marcia.
Ma è il momento di affrontare argomenti seri. Ne va del nostro futuro. “Amore guarda che dobbiamo fare più attenzione a ciò che mangiamo eh. Dobbiamo essere più salutisti. D’ora in poi alla sera carne bianca alla griglia con verdure”.
Lui: “ok. Facciamo i piselli allora?’
” ………..” n o c o m m e n t
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